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martedì 22 dicembre 2009

Postumi della sbornia: non conta solo l'alcol

Dai test è risultato che la sensazione di malessere è peggiore con il bourbon rispetto alla vodka, mentre le capacità neurocognitive non mostrano differenze.

Molte bevande alcoliche contengono prodotti di scarto dei materiali utilizzati nel processo di fermentazione denominati "congeneri”, molecole organiche complesse con effetti tossici tra cui acetone, acetaldeide, fuselöl, tannini e furfurali. Il Bourbon ha un contenuto di congeneri 37 volte superiore rispetto alla vodka. Un nuovo studio ha ora mostrato che nel caso del buorbon, i postumi della sbornia possono essere molto più pesanti, mentre le capacità neurocognitive, valutate in una serie di test, sembrano essere allo stesso livello.

"Sebbene i congeneri possano essere tossici se assunti in grande quantità, sono presenti in quantità molto limitate nelle bevande alcoliche”, ha spiegato Damaris J. Rohsenow, professore di Salute di comunità del Center for Alcohol and Addiction Studies della Brown University, che firma in proposito in articolo sulla rivista Alcoholism: Clinical & Experimental Research. "Ve ne sono di più nei distillati di colore scuro che in quelli di colore più tenue. Sebbene l'alcol da solo sia sufficiente a far star male molte persone, queste sostanze tossiche naturali possono aggiungere i loro effetti negativi per la reazione dell'organismo che possono scatenare.”

Rohsenow sottolinea inoltre come siano disponibili solo pochi studi che abbiano avuto come specifico obiettivo il confronto degli effetti della sbornia delle bevande ad alto contenuto di congeneri rispetto a quelle a basso contenuto e alcuni di essi non hanno atteso che la misura dei livelli alcolici mediante respiro (breath alcohol level, BAL) fosse vicina allo zero prima di effettuare i test in modo da escludere il contributo diretto dell'alcol.

Per colmare questa lacuna, i ricercatori hanno reclutato 95 forti bevitori in buone condizioni di salute facendo loro bere bourbon e vodka fino a raggiungere un valore medio di BAL, e un placebo nella secondo serata, o viceversa. Nel corso della nottata, i soggetti venivano monitorati mediante la tecnica di polisonnografia, mentre il giorno dopo sono state effettuate alcune misurazioni neurocognitive.

"Per prima cosa, sebbene l'alcol contenuto nelle bevande prolunghi il periodo di 'sbornia' mattutina in confronto col placebo, si registrano delle differenze tra bourbon e vodka, poiché il primo produce effetti ancora peggiori”, ha commentato Rohsenow. "In secondo luogo, l'alcol porta a dover prestare attenzione per più tempo quando occorre effettuare scelte accurate, ma non si registrano differenze tra bourbon e vodka nei risultati".

martedì 15 dicembre 2009

Mitaplatino, un nuovo composto contro il cancro

La molecola nasce dalla combinazione tra il cisplatino, un comune farmaco antitumorale, e un altro composto, il dicloroacetato (DCA), che può alterare in modo selettivo le proprietà dei mitocondri nelle cellule cancerose

È un nuovo composto del platino denominato mitaplatino quello sviluppato dai ricercatori del MIT e ha dimostrato di essere efficace quanto il comune farmaco anticancro cisplatino nel distruggere le cellule tumorali.

Secondo quanto reso noto dai ricercatori, si tratta della combinazione tra lo stesso cisplatino e un altro composto, il dicloroacetato (DCA), che può alterare in modo selettivo le proprietà dei mitocondri nelle cellule cancerose. Queste ultime, infatti, alterano le proprietà mitocondriali per variare il modo in cui viene metabolizzato il glucosio rispetto alle cellule normali.

"Questo effetto differenziale conferisce al mitaplatino la capacità di uccidere selettivamente le cellule cancerose in una coltura cellulare in cui sono compresenti anche fibroblasti normali, che mostrano di non essere influenzate dal farmaco, almeno alle dosi utilizzate”, ha spiegato Stephen Lippard, professore di chimica del MIT e coautore dell'articolo "Mitaplatin, a potent fusion of cisplatin and the orphan drug dichloroacetate", apparso sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

Il mitaplatino è stato progettato in modo che, una volta entrato in una cellula, rilasci il cisplatino e due unità di DCA per riduzione intracellulare: il DNA nucleare viene così attaccato dal cisplatino e i mitocondri vengono aggrediti dal DCA. Quest'ultimo promuove il rilascio di fattori che promuovono la morte cellulare dai mitocondri, incrementando le capacità del cisplatino di distruggere le stesse cellule cancerose.

La sperimentazione ha dimostrato finora che nei roditori il mitaplatino può essere tollerato a dosi ben più alte del cisplatino, e sono stati avviati studi nei topi trapiantati con tessuti umani. Se anche questi daranno risultati positivi, i ricercatori progettano di effettuare nuovi studi per un'ulteriore dimostrazione delle potenzialità del mitaplatino nella terapia del cancro.

martedì 1 dicembre 2009

Staminali per i neonati prematuri

In una sperimentazione i ratti nati pretermine e a rischio displasia polmonare trattati con cellule staminali ricavate dal midollo osseo, erano in grado di percorrere distanze doppie e mostravano un tasso di sopravvivenza maggiore.

Le cellule staminali possono proteggere e riparare i polmoni di topi nati prematuri: è quanto hanno ottenuto i ricercatori di un gruppo internazionale di studiosi guidato Bernard Thébaud della Facoltà di medicina dell’Università di Alberta, in Canada.

La ricerca è stata stimolata dalla necessità di trovare una soluzione a un problema terapeutico molto presente nei reparti di medicina neonatale, che riguarda lo sviluppo polmonare dei nati fortemente pretermine.

"Il dilemma che si presenta con questi bambini è veramente difficile da affrontare: quando nascono molto prima del termine previsto, semplicemente non riescono a respirare autonomamente. Per salvare loro la vita si utilizza la ventilazione forzata, fornendo loro l’ossigeno; questa procedura, tuttavia, li mette nelle condizioni di sviluppo di displasia broncopolmonare, cioè di un non crretto sviluppo degli organi”, ha spiegato Thébaud. "Per questo mi sono posto l’obiettivo di mettere fine entro un decennio a questa devastante condizione.”

In quest’ultimo studio, il gruppo di Thébaud ha simulato le condizioni di prematurità in alcuni ratti, somministrando loro ossigeno. In seguito, nelle loro vie aeree sono state iniettate cellule staminali ricavate dal midollo osseo.

Due settimane dopo, i topi trattati erano in grado di percorrere distanze doppie e mostravano un tasso di sopravvivenza maggiore rispetto a quelli non trattati. Le analisi istologiche poi hanno mostrato come le staminali avessero in effetti riparato i polmoni e prevenuto ulteriori danni.

"L’aspetto più interessante è che le cellule staminali sono come piccole fabbriche, in grado di produrre fattori di riparazione e di guarigione”, ha concluso Thébaud.
I risultati inducono a un cauto ottimismo. “Nel giro di qualche anno potremmo essere in grado di cominciare i trial clinici su bambini preaturi.”

Lui e lei di fronte al pericolo

Di fronte a immagini negative, nelle donne si attivano maggiormente le aree connesse ai centri del dolore e del piacere, negli uomini quelle coinvolte nei processi decisionali e il sistema nervoso autonomo.

La risposta cerebrale a stimoli positivi e negativi è differente nell'uomo e nella donna, lo ha affermato Andrzej Urbanik dello Jagiellonian University Hospital a Cracovia, in Polonia, illustrando al Convegno annuale della Radiological Society of North America (RSNA) in corso a Chicago i risultati di una ricerca in cui è stata monitorata l'attività cerebrale di un gruppo di uomini e donne mentre venivano mostrate loro una serie di immagini evocative.

"Gli uomini dirigono l'attenzione più agli aspetti sensoriali degli stimoli emotivi e tendono a elaborarli nei termini di implicazioni per l'azione richiesta, mentre le donne pongono più attenzione all'identificazione dei sentimenti messi in gioco dallo stimolo emotivo", ha detto Urbanik.

Mentre osservavano le immagini negative, le donne mostravano un'attivazione decisamente più forte ed estesa nella parte sinistra del talamo, che scambia informazioni con la corteccia cerebrale, e in particolare ai centri del dolore e del piacere.

Gli uomini esibivano invece una maggiore attivazione della parte sinistra dell'insula, che calibra lo stato fisiologico di tutto il corpo e quindi genera le sensazioni soggettive che possono spingere all'azione. Le informazioni provenienti dall'insula sono quindi dirette ad altre strutture cerebrali fra cui quelle coinvolte nei processi decisionali e al sistema nervoso autonomo.

Il sistema nervoso autonomo controlla funzioni involontarie come la respirazione, il battito cardiaco, la digestione e concorre a modulare le diverse funzioni in risposta a stress o stimoli ambientali. In particolare, è responsabile della risposta "combatti o fuggi" in situazioni di pericolo.

"Nell'uomo le immagini negative hanno stimolato più fortemente il sistema autonomo, suggerendo che di fronte a una situazione pericolosa vi sia una maggiore propensione all'azione", osserva Urbanik

Di fronte a immagini positive, invece, le donne avevano una più forte ed estesa risposta nel giro temporale superiore destro, coinvolto nell'elaborazione uditiva e nella memoria, mentre nell'uomo prevaleva quella dei lobi occipitali, associati all'elaborazione visiva. Queste differenze, ha osservato Urbanik indicano che le donne possono analizzare gli stimoli positivi in un più ampio contesto sociale, mentre negli uomini sono "divorate" dai sistemi visivo e motivazionale.