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martedì 31 marzo 2009

Le basi neurologiche dell'illusione monetaria

La rappresentazione dei soldi che utilizza il cervello è di tipo "nominale" e non "reale", ossia: è facile cadere nella seduzione dei grandi numeri.

Meglio un aumento del reddito del tre per cento con un'inflazione al cinque, o un taglio del due per cento mentre i prezzi restano perfettamente stabili? Ovviamente il potere d'acquisto nelle due situazioni è esattamente identico, eppure la grande maggioranza delle persone opta per la prima delle due alternative.
Molti vedono infatti positivamente un aumento del loro reddito, anche se esso è poi di fatto annullato dall'inflazione.
Gli economisti chiamano questo fenomeno "illusione monetaria" e spesso ritengono che essa non dovrebbe esistere, considerato che alla fin fine il potere d'acquisto resta invariato: un agente economico razionale dovrebbe dunque restare del tutto insensibile alla salita o alla discesa nominale del reddito. Diversi studi ed esperimenti confermano però che l'effetto esiste realmente.

Ora Armin Falk e Bernd Weber, il primo economista e il secondo neuroscienziato dell'Università di Bonn, hanno cercato di scoprire quali siano i processi neuronali sottostanti a questa situazione, esaminando l'attività cerebrale di diversi volontari mentre erano impegnati in un gioco di simulazione di attività economiche.
Nelle due serie di esperimenti condotti, illustrati in un articolo pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), i partecipanti si sono venuti a confrontare con situazioni analoghe a quella descritta, ossia con uno scenario a reddito nominalmente alto e a reddito nominalmente basso, ma con identico potere di acquisto, cosa di cui essi erano ben consapevoli.
"Abbiamo rilevato che c'era un'area sistematicamente meno attiva nello scenario a basso reddito di quanto non lo fosse nello scenario ad alto reddito", spiega Bernd Weber. "Si tratta della corteccia prefrontale ventromediale, un'area che produce un senso di quasi euforia associato a esperienze piacevoli."
I risultati degli esperimenti condotti hanno dunque mostrato che la rappresentazione dei soldi che utilizza il cervello è di tipo "nominale" e non "reale", ossia: è facile cadere nella seduzione dei grandi numeri.

Questa conclusione, osservano i ricercatori, ha rilevanza pratica, in quanto l'illusione monetaria permette di spiegare perché l'economia può essere rilanciata da una politica finanziaria espansiva. E conferma altresì l'ipotesi di molti economisti che l'illusione monetaria rappresenti anch'essa un fattore da considerare nella spiegazione delle bolle speculative.

lunedì 30 marzo 2009

All'universo piace la sinistra

Anche nei meteoriti è stata rilevata una marcata prevalenza di amminoacidi levogiri rispetto a quelli destrogiri


Gli amminoacidi, i "mattoni" costitutivi delle proteine, possono formarsi in due forma speculari, che prendono il nome in base alla direzione in cui in grado di polarizzare la luce incidente. E' noto che sulla Terra prevale ampiamente la forma levogira, che risulta essere anche l'unica biologicamente attiva.

La ragione di questa preferenza non è chiara, ma ora Daniel Glavin e Jason Dworkin, del Goddard Space Flight Center della NASA, analizzando alcuni meteoriti extraterrestri sono giunti alla conclusione che la preferenza per la "sinistra" non sarebbe una caratteristica del nostro pianeta o della particolare forma in cui si è sviluppata la vita sulla Terra, ma che essa si sarebbe manifestata ben prima del suo sviluppo e che riguarderebbe quanto meno l'intero Sistema solare.

Come riferiscono in un articolo pubblicato sull'ultimo numero dei Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), o ricercatori hanno in particolare confrontato il rapporto fra amminoacidi levogiri e destrogiri in diversi campioni di meteoriti rinvenuti in Antartide, ipotizzando che, in assenza di contaminazioni esterne, il rapporto fra le due forme avrebbe dovuto attestarsi attorno al 50 per cento.

Contrariamente all'ipotesi, i ricercatori hanno trovato un marcato sbilanciamento in favore degli amminoacidi levogiri in due meteoriti su tre.

Confrontando la composizione chimiche dei meteoriti, i ricercatori hanno ipotizzato che la selezione degli amminoacidi levogiri sia avvenuta in seguito a reazioni a lungo termine con tracce di acqua presenti sulla superficie del meteorite stesso.

Secondo gli autori, proprio l'arrivo dallo spazio di questo eccesso di amminoacidi levogiri trasportati dai meteoriti potrebbe aver influenzato l'uso esclusivo di questa loro forma per lo sviluppo della vita.