Chernobil 20 anni dopo
Nel suolo svedese è presente un picco per il 239Pu e il 240Pu a una profondità coincidente con quella di Chernobil, una circostanza che non ha riscontro nel suolo polacco
La conclusione più importante è che a una profondità nel suolo corrispondente a quella dell’esplosione nucleare, in Svezia è stato trovato molto più plutonio che in Polonia.
Gerald Matisoff, direttore del Dipartimento di scienze geofisiche della Case Western Reserve University, in collaborazione con Lauren Vitko ha raccolto campioni di suolo in varie località dei due paesi, al fine di misurare l’abbondanza relativa e assoluta di cesio (137Cs), plutonio (239, 240Pu), e piombo (210Pb).
Per quanto riguarda la portata del fallout radioattivo, la sua velocità di diffusione nel suolo, il suo tasso di erosione e come viene trasportato dai sedimenti, i ricercatori hanno chiarito in particolare due ambiti: l’impatto per la salute pubblica e la differenziazione nella distribuzione degli elementi radioattivi a partire da un unico evento come quello di Chernobil o come i test di esplosione in atmosfera degli anni sessanta.
Dall’analisi dei campioni raccolti, si è evidenziato nel suolo svedese un picco per il 239Pu e il 240Pu a una profondità coincidente con quella di Chernobil, una circostanza, questa, che non trova riscontro nel suolo polacco.
Dalle registrazioni meteorologiche storiche si è poi ottenuta una spiegazione plausibile: all'epoca dell’esplosione, mentre la nube radioattiva sorvolava il paese il tempo era piovoso sulla Svezia. Ciò ha portato una maggiore quantità di radionouclidi sul suolo svedese dilavandoli dalle nubi che poi sono arrivate in Polonia.
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