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mercoledì 14 ottobre 2009

Uno spray nasale per la memoria

L'interleuchina-6, una molecola del sistema immunitario finora considerata un sottoprodotto dei processi infiammatori, ha mostrato la capacità di influire sulle capacità cognitive


Quando somministrata attraverso uno spray nasale, una molecola del sistema immunitario, l'interleuchina-6 (IL-6), è in grado di aiutare il cervello nella formazione della memoria procedurale ed emotiva nel corso del sonno REM. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori del Dipartimento di neuroendocrinologia dell'Università di Lubecca che firma un articolo in proposito su "The FASEB Journal", organo della Federazione americana delle societè di biologia sperimentale.

"Dormire per ricordare, un sogno o realtà?", dice Lisa Marshall, uno degli autori della ricerca. "In questo lavoro forniamo la prima prova che il segnale immuno-regolatore interleuchina-6 ha un ruolo benefico nella formazione della memoria a lungo termine legata al sonno."

Per fare la scoperta, Marshall e colleghi hanno arruolato 17 giovani adulti perché dormissero nel loro laboratorio due notti. In entrambe le occasioni, dopo aver letto un breve racconto emotivamente coinvolgente o neutro, ai soggetti veniva spruzzato nelle narici uno spray che conteneva o interleuchina-6 o un placebo. Il loro sonno veniva successivamente monitorato per tutta la notte. La mattina successiva tutti i partecipanti dovevano redigere una lista di tutte le parole del racconto che riuscivano a ricordare. E' risultato che quelli che avevano ricevuto la somministrazione di IL-6 riuscivano più brillantemente nel compito.

"Se uno spray nasale può migliorare la memoria, forse siamo sulla strada per dare una spruzzata di buon senso ad alcune persone, magari per accettare la realtà dell'evoluzione"; ha scherzosamente commentato Gerald Weissmann, responsabile editoriale di "The FASEB Journal". "Questo è un esaltante esempio di scienza interdisciplinare, dato che IL-6 era stata precedentemente considerata un sottoprodotto dei processi infiammatori, e non un fattore in grado di influire sulle capacità cognitive."

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