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martedì 17 novembre 2009

Accelera la perdita di ghiaccio della Groenlandia

Le recenti estati calde hanno accelerato la perdita di massa che ora arriva a 273 gigatonnellate all'anno, con un innalzamento globale del livello del mare di 0,75 millimetri all'anno.
Due metodi diversi, uno basato su una serie di osservazioni e l'altro su un modello atmosferico regionale, hanno confermato in modo indipendente l'uno dall'altro l'accelerazione del ritmo di perdita di massa glaciale da parte della Groenlandia.

Secondo quanto riportato sulla rivista "Science", tale massa è ugualmente distribuita tra un aumento della produzione di iceberg, alimentata dall'accelerazione dello scorrimento delle lingue di ghiaccio, e l'incremento della fusione di acqua sulla superficie della calotta.

Le recenti estati calde hanno ulteriormente accelerato la perdita di massa che, nel periodo 2006-2008, è arrivata a 273 gigatonnellate all'anno, ripercuotendosi in un innalzamento globale del livello del mare di 0,75 millimetri all'anno.

Secondo Jonathan Bamber ricercatore dell'Università di Bristol, nel Regno Unito, e coautore dell'articolo, “è chiaro da questi risultati come la perdita di massa dalla Groenlandia abbia subito un'accelerazione a partire dai tardi anni novanta del Novecento, e le cause che sono alla base di questo fenomeno fanno ipotizzare che questo trend continuerà anche nel prossimo futuro. Siamo riusciti a produrre un accordo tra due stime completamente indipendenti tra loro, il che consente di avere estrema confidenza nei dati numerici trovati e sulle nostre ipotesi sui processi in corso.”

Secondo le stime, la coltre glaciale groenlandese è formata da una massa d'acqua tale da causare in caso di completa fusione un aumento dei livelli del mare di sette metri. A partire dal 2000, la perdita di massa glaciale è stata di circa 1500 gigatonnellate in totale, un processo che corrisponde a un innalzamento globale degli oceani di circa mezzo millimetro all'anno, pari a 5 millimetri complessivamente dal 2000.

Allo stesso tempo, la fusione della superficie ha subito un incremento a partire dal 1996, ma le precipitazioni nevose sono anch'esse aumentate, mascherando il fenomeno della fusione per circa un decennio. Inoltre, una parte significativa dell'acqua fusa è tornata allo stato solido formando una coltre nevosa a bassa temperatura che ricopre la calotta di ghiaccio. Senza la moderazione del processo dovuta a questi effetti, concludono gli autori, la perdita di ghiaccio dopo il 1996 sarebbe stata all'incirca doppia di quella osservata.

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